La tomba di giganti Is Concias - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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La tomba di giganti Is Concias

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        L'espressione Tomba di giganti richiama alla mente il mito, presente in molte culture, che anticamente le terra, oltre da persone comuni, fosse popolata da esseri giganteschi di fattura umana. Basti pensare, per citarne alcuni, al biblico gigante Golia, all'omerico Polifemo o agli Orchi delle fiabe per i bambini.
In Sardegna sono rimasti numerosi esempi di antiche tombe da attribuire a remoti antenati, ma normalmente sono di dimensioni contenute come, ad esempio, quelle del periodo neolitico della necropoli di Pranu Mutteddu. Altre tombe, invece, hanno ispirato la fantasia popolare per la monumentalità della facciata e per la grandezza della camera funeraria (quella di Is Concias è lunga quasi otto metri) al punto di ritenere che fosse la sepoltura di un unico grande gigante. Così nacque l'usanza di chiamarle tombe di giganti. Ma, ovviamente, è risaputo, anche grazie ai ritrovamenti archeologici, che si tratta di tombe collettive di un villaggio o di gruppi di persone o famiglie unite da vincoli, che gravitavano nella medesima area.


Sinteticamente, una tomba di giganti è composta dalla camera funeraria e dal portello di ingresso con la facciata e l'esedra.
La camera funeraria, come abbiamo visto, ha dimensioni che possono essere ragguardevoli, la più grande sinora conosciuta è quelle della tomba detta sa Grutta de santu Giuanni (la grotta di san Giovanni) a Gonnosfanadiga (CA) lunga internamente oltre 16 metri.
La camera abitualmente essa è realizzata a secco, senza uso di malta, a filari di pietre grezze o di conci, che possono essere solo sbozzati ma anche finemente lavorati. Nel caso della tomba di Is Concias i filari, che utilizzano massi e pietre in parte grezzi, in parte sbozzati, sono sovrapposti con la tecnica dell'aggetto, cioè sporgenti e obliqui verso l'interno, fino ad unire i due muri laterali e realizzare in questo modo anche la copertura. In altri casi, invece, i filari sono perpendicolari al terreno e la copertura è realizzata con lastre litiche. L'intera struttura della camera è rinforzata esternamente da un ulteriore muro che ne contiene la spinta,  che posteriormente è fatto terminare ad abside, cioè con forma arrotondata.
Internamente camera  si può interrompere bruscamente, senza un'abside, ma con un masso di chiusura (piatto verso l'interno) e, in questo e in altri casi, con un bancone su cui deporre offerte votive e amuleti che accompagnassero i morti nel loro riposo. Ovviamente si presume, data al posizione, che queste deposizioni facessero parte dell'arredo sacro della tomba, mentre le offerte votive ricorrenti erano poste esternamente, nel bancone dell'esedra.
Rimane da notare che le camere funerarie delle tombe di giganti non hanno pavimento, e i morti, forse per motivi pratici, forse per scelte rituali, erano deposti sulla nuda terra.
Il portello di accesso alla camera funeraria è il più delle volte realizzato giustapponendo due massi ortostatici che reggono un architrave, spesso di grosse dimensioni. In qualche caso può essere sormontato da una stele di forma elaborata e scolpita con fregi simbolici, come quelle a incavi e dentelli. In altri casi il portello è ricavato praticando un'apertura nella stele ortostatica.
Di queste varie soluzioni, relative a tombe di altre località, riporto alcune immagini.
Il disegno architettonico del portello e della stele è poi completato con l'aggiunta di massi o conci lavorati, formando così il nucleo centrale della facciata della tomba.
Su entrambi i lati della facciata la struttura muraria prosegue creando un semicerchio realizzato con filari di pietre (come a Is Concias) oppure con lastre o massi ortostatici: nasce così l'esedra. Spesso per tutta l'estensione dell'esedra è inserito un bancone, idoneo per accogliere delle persone e per deporre offerte votive. Questo sedile manca a Is Concias, sono presenti però altri particolari che segnalo.
Sul lato sinistro del portello di accesso alla camera funeraria è posto quello che può essere considerato un piccolo menhir o una piccola stele. Ma sarebbe più opportuno considerarlo un betile (dall'ebraico beth-el, cioè Casa di Dio). Quindi, una pietra sacra in cui dimorava la divinità demandata a salvaguardare il sonno degli antenati. Secondo questa interpretazione si tratterebbe di una sorta di guardiano mistico della tomba.
Su lato destro, ma esternamente all'esedra, sono presenti tre pozzetti (o focolari) votivi realizzati con un doppio circolo di pietre, più grandi all''esterno, più piccole all'interno. E' presumibile che potessero essere utilizzati per riti e offerte votive.
La pianta delle tombe di giganti è stata spesso rapportata a quelle di una protome taurina, cioè alla testa munita di corna di un toro, simbolo che è ricorrente, fin dal neolitico, nelle rappresentazioni religiose e funerarie degli antichi sardi. Altri hanno invece collegato questa forma a quella dell'utero materno, come se l'introduzione del defunto nella tomba raffigurasse simbolicamente un ritorno nel ventre della madre terra.
Tuttavia si può considerare, pur senza escludere elementi simbolici, che le tombe di giganti siano una naturale evoluzione delle sepolture del periodo neolitico (come quelle di Pranu Mutteddu), dei dolmen e delle allées couvertes.
Per quanto concerne l'elemento che maggiormente contraddistingue le tombe di giganti, cioè l'esedra, si può pensare che essa, sempre oltre i possibili aspetti simbolici, potesse avere la funzione pratica di individuare e circoscrivere di fronte al monumento funebre un'area destinata alle cerimonie pubbliche,  che peraltro dovevano essere piuttosto affollate. Non si dimentichi che la tomba di giganti è una sepoltura collettiva destinata ad accogliere, quantomeno, le persone più eminenti di un villaggio o di gruppi omogenei di famiglie legato da vincoli di affinità che gravitavano intorno ad essa. In seguito, col passare del tempo e il susseguirsi delle deposizioni, diventava la dimora degli antenati, e di fronte ad essa si svolgevano le cerimonie in loro onore che rinvigorivano la forza di coesione all'interno del gruppo.
L'interno della tomba di Is Concias è facilmente accessibile e può essere facilmente visitato, magari con le dovute precauzioni e con l'ausilio di una lampada.
Dopo aver visitato la tomba, segnalo che nella strada del ritorno, dopo circa 1400 metri, è possibile ammirare una cascata sul lato destro della carreggiata. Essa è parzialmente  visibile anche dalla strada, ma consiglio di parcheggiare lato destro di un tornante, ove è presente un piccolo spiazzo, scendere nel vicino torrente e risalirlo per un breve tratto, ne vale certamente la pena.
Avremo così abbinato nella maniera migliore natura e cultura.

Schema semplificato con gli elementi costitutivi principali delle tombe di giganti. Di seguito alcuni esempi costruttivi.

La sagoma perfetta della tomba di giganti Madau1 (Fonni-NU) con i conci lavorati molto finemente.

I muri della camera sono verticali (non in aggetto) e il soffitto è realizzato con lastre litiche nella tomba di giganti di Sa Carcaredda (Villagrande-NU).

Nella medesima tomba di Sa Carcaredda il bancone votivo in fondo alla tomba è costituito da una lastra pensile.

La tomba di Padru su Chiai (Villagrande-NU) presenta sopra l'architrave del portello una stele lavorata con incavi e dentelli.

Ancora i tre incavi, appena abbozzati, nella stele di una delle tombe di giganti site nei pressi di Fennau (Urzulei-NU), mancano però i dentelli. E' un indizio che il valore simbolico era probabilmente attribuito a questi tre "segni", a queste scalfitture nella roccia.
Si può notare che la stele è di granito, proveniente da altra località, mentre il territorio circostante e i resti della tomba sono calcarei.

La tomba s'Ena 'e Thomes (Dorgali-NU) mostra nella facciata una stele scolpita su cui è scavato il portello di ingresso,  l'esedra è formata da lastre ortostatiche.

Nella tomba di giganti Osono (Triei-NU) si nota la camera realizzata a filari, il portello architravato e la grande esedra formata da massi e lastre ortostatiche.

Immagini della cascata che si trova circa 1.400 metri prima della tomba, è molto caratteristica, situata in un angolo ameno e accessibile con relativa facilità


(23 gennaio 2009)
(Ultima revisione: 22/01/2021)

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