Ambrosia maritima - Ambrosia marittima - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Ambrosia maritima - Ambrosia marittima

Ambrosia marittima
     E' una pianta erbacea annuale o, talora, biennale (Terofita scaposa per il sistema Raunkiær) e appartiene alla famiglia delle Asteraceae (o Compositae).
Il portamento è alquanto variabile. Tendenzialmente, le piante tendono ad assumere un aspetto di piccolo cespuglio con numerosi e lunghi rami arcuato-ascendenti che si sviluppano in prossimità della base. I singoli rami possono essere ulteriormente divisi e un asse portante eretto può rimanere o no differenziato. In condizioni poco favorevoli, le piante non sviluppano ramificazioni basali e si riducono a un solo un asse portante contratto, con qualche ramificazione nella parte alta. Quando, invece, l'ambiente pedologico lo permette, le piante possono produrre ampie ramificazioni per tutta la lunghezza dell'asse principale. Negli esemplari osservati l'altezza era compresa tra venti e sessanta centimetri.
Considerato anche il fatto che la specie vegeta in ambienti sabbiosi, essa sviluppa una radice fittonante che scende piuttosto in profondità nel terreno contornata da abbondanti radici capillari.
L'intera pianta è ricoperta da una densa peluria biancastra (più intensa sui rami e nelle nervature delle foglie) che le conferisce una tonalità tendente al pastello.
Le foglie inferiori sono opposte e le superiori alterne. Entrambe hanno la lamina bipennatosetta, l’apice dei segmenti ottusi, le nervature ben evidenti nella pagina inferiore.
Ambrosia maritima è una specie monoica ma con fiori separati maschili e femminili. I fiori maschili formano un'infiorescenza spigata afilla all'apice dei rami. Mentre quelli femminili sono portati singolarmente, o a piccoli gruppi, all'ascella di foglie e brattee immediatamente sottostanti l'infiorescenza maschile.
I fiori maschili sono costituiti da capolini irsuti, brevemente picciolati, penduli, con un diametro di due-tre millimetri. Sono formati da un involucro di colore verde chiaro che ha la forma di una coppa con il bordo ondulato e racchiude una minuscola infiorescenza di dieci-quindici fiori. I singoli fiori sono caratterizzati da un colore giallo molto tenue.
I fiori femminili sono sub-sessili. Sono costituiti da un involucro carnoso verde chiaro, peloso e ricoperto di ghiandole resinose che racchiude l'ovario. Hanno una forma affusolata e un po' costoluta che può ricordare un'antica pisside o una minuscola lanterna. La forma è generalmente un po' allungata con diametro e altezza che misurano circa quattro-cinque millimetri.  In posizione centrale ha cinque o sei dentelli disposti in maniera regolare. Nella parte apicale altri due o più dentelli convergono a formare un becco ben pronunciato. Il becco ha un minuscolo foro che permette la fuoriuscita dei filamenti dello stilo.
La fioritura e la successiva produzione di frutti avvengono nella tarda estate.
Il frutto è costituito dall'involucro del fiore femminile che assume una maggiore consistenza, una forma più marcata e un colore bruno scuro. Al suo interno racchiude un achenio senza pappo, lucido e indurito, ha una forma simile a una piccola nocciola e il medesimo colore, misura circa 2x3 millimetri. All'interno dell'achenio è, naturalmente, presente un solo seme che misura circa 0,5x2 mm.
L'intera pianta ha un vago odore aromatico, un po' più consistente nel secco. Un più intenso e grato aroma resinoso è invece emesso dal rivestimento dei frutti.
Ambrosia maritima è una specie alofila tipica della vegetazione dunale. La sua presenza era un tempo indicata per tutte le regioni costiere italiane. Allo stato attuale è invece segnalata solo in Sardegna.
Questa descrizione e le immagini allegate sono riferite a una piccola popolazione che vegeta su terreno sabbioso in un'area retrodunale della Sardegna sud-orientale.

Nota di Botanica sistematica
Ambrosia maritima è l'unica specie del genere Ambrosia autoctona dell'area mediterranea. La sua presenza in Italia è andata scemando fino a rischiare quasi di scomparire, principalmente a causa del progressivo deterioramento del suo habitat naturale. In parte è stata sostituita da specie alloctone di origine nord-americana: Ambrosia artemisiifolia, Ambrosia psilostachya, Ambrosia tenuifolia, Ambrosia trifida.


Nota storico-letteraria:
Nettare e Ambrosia, il cibo degli dei dell'Olimpo
Secondo la mitologia greca, gli dei si cibavano di nettare e ambrosia. Fra queste due sostanze, peraltro entrambe non identificate e rimaste misteriose, l'ambrosia è quella che ha attirato maggiormente l’attenzione. Nella lingua greca antica era chiamata, similmente, ambrosìa (ἀμβροσία) parola che deriva dall'aggettivo àmbrotos (ἄμβροτος). Quest’ultimo è composto da una prima lettera detta "alfa privativo" (ἀ) con il significato di negazione della parola seguente, dall'intercalazione della lettera "mi" (μ) e dall'aggettivo "brotòs" (βροτός) che significa "mortale". Il significato complessivo è, quindi, "immortale". Ne consegue che la parola "ambrosia" si può intendere come "cibo degli dei immortali" oppure come "cibo che dà l'immortalità". Dagli Autori greci l'ambrosia è talora considerata come cibo e talora come bevanda, si potrebbe pertanto ipotizzare che fosse un cibo liquido.
Nella letteratura greca antica, il sostantivo ambrosia aveva vari significati oltre a “cibo degli dei”, poteva avere anche il senso di “cibo immortale”, “immortalità”, “profumo”, “unguento”, ”mistura per le libagioni”. Inoltre, ed è il caso che maggiormente interessa in quest’occasione, da Dioscoride Pedanio è usato per indicare l'Ambrosia maritima *).
Dioscoride Pedanio è stato un medico e botanico greco che svolse la sua attività a Roma nel I secolo d.C. Ha lasciato una notevole opera medico-botanica in lingua greca conosciuta come De materia medica. Quest'opera ebbe una vasta diffusione e fu tradotta e commentata in latino e in varie lingue europee e orientali. La versione italiana più nota, con la traduzione dal greco corredata di ampi commenti, è quella pubblicata a Venezia in varie edizioni, a partire dal 1544, dal medico e umanista senese Pietro Andrea Mattioli (1501-1578). Si tratta dello stesso autore al quale fu in seguito dedicato il genere di piante Matthiola appartenente alla famiglia delle Brassicaceae.
L'opera è genericamente conosciuta come Discorsi del Mattioli sui libri di Dioscoride ed è facilmente reperibile in rete su Google Libri in varie edizioni fotostatiche. Riporto una piccola parte della traduzione del testo originale di Dioscoride Pedanio nella quale è descritta l'Ambrosia.
"Discorsi del Matthioli nel terzo libro di Dioscoride. Dell'Ambrosia, Capitolo CXXIII:"
"La Ambrosia è una pianta sottile, ramosa, alta quasi tre spanne. Ha al piede de i fusti le frondi sue piccioline simili a quelle della Ruta. Sono i suoi fusticelli gravidi di seme, quasi simili a ben ripieni racemi, che mai non fioriscono, d'odore divino, e soave. La sua radice è sottile, lunga un piede e mezzo. In Cappadocia s'usa per far ghirlande. Ha virtu di repercuotere, di mitigare, e restringere impiastrata, gli humori, che scendono nelle membra e vi si ritengono."
Come si può osservare, la descrizione di Dioscoride Pedanio è ben attinente alla pianta che nella classificazione linneana sarebbe diventata Ambrosia maritima. Naturalmente è necessario conservare un certo spirito critico. Tuttavia, bisogna notare che l'Ambrosia maritima era l'unica specie del genere Ambrosia presente allora nel bacino del Mediterraneo. Inoltre, il possibile riferimento a qualche specie di Artemisia, il genere più affine, rimarrebbe alquanto controverso.
Infine resta da evidenziare un collegamento logico-concettuale tra l'Ambrosia intesa come cibo degli dei e la pianta Ambrosia maritima. Questo collegamento è evidente nei due aggettivi che usa Dioscoride Pedanio per definire l'aroma dei frutti come "divino, e soave" i quali, riferiti al periodo storico, possono essere considerati ben appropriati.

*) Lorenzo Rocci, Vocabolario Greco Italiano, trentaduesima edizione, Roma, Società Editrice Dante Alighieri, 1985.
(15 gennaio 2019)
(Ultima revisione: 14/12/2019)





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