Bruncu Spina - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Bruncu Spina

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      Il  Bruncu  Spina   si  può  raggiungere facilmente imboccando a Fonni (NU)  la strada statale per Desulo (NU). Dopo circa 5 chilometri si incontrerà un bivio, il lato destro porta a Desulo, quello sinistro a Monte Spada e Bruncu Spina. Al bivio successivo, dopo poco più di un chilometro, gireremo a destra, proseguendo senza svoltare si andrebbe a Monte Spada.  A circa sei chilometri da quest'ultimo incrocio, quando ormai saremo di fronte alle piste da sci del Bruncu Spina, si individuerà uno spiazzo in terra battuta a sinistra della carreggiata, e a destra, qualche metro prima, l'inizio di una strada sterrata, individuabile anche dalla presenza di un cancello (che è sempre aperto). Si parcheggia l'auto e da qui parte la nostra escursione.
Sia la presente esposizione sia le immagini allegate si riferiscono a due diverse occasioni. Una relativa alla prima della domenica di marzo (escursione invernale), l'altra alla prima domenica di aprile (escursione primaverile).
Nell'escursione invernale non fu certo possibile raggiungere la cima del Bruncu Spina. Infatti, come di vede dalle immagini, tutto il costone era fortemente innevato. A tratti erano presenti lastroni di ghiaccio e in certi punti si erano formati cumuli di neve alti anche alcuni metri. Tuttavia, con molte precauzioni, dopo aver superato alcuni gruppi di appassionati che sciavano fuori-pista (gli impianti erano infatti chiusi), fu possibile raggiungere un punto della cresta, a oltre 1700 metri di quota.
(Aggiungo, per inciso, che gli impianti sono stati riaperti nella stagione 2010-11).
Qui molte rocce erano irte di ghiaccioli formatisi orizzontalmente a causa dei costanti venti settentrionali. Lascio immaginare ai miei quattro lettori (come direbbe il Manzoni) quale fosse la temperatura del posto e quanto gelida la brezza che vi spirava. Eppure nello spazio libero tra i ghiaccioli, una coccinella si godeva il sole invernale! (Su questo fenomeno delle coccinelle del Bruncu Spina tornerò in seguito).
Un mese dopo, nell'escursione primaverile, la situazione era alquanto cambiata e fu possibile avviarsi per la strada sterrata, libera dalla neve. Tuttavia, a quote più elevate, grossi cumuli e ampie distese di neve ostruivano il passaggio. In questi casi, considerato che siamo nel pieno periodo del disgelo, la prudenza consiglia di abbandonare la strada e raggiungere rapidamente la cresta ove, dopo aver superato la recinzione (cosa possibile in vari punti) si può proseguire verso la vetta sui resti di un'antica mulattiera che fiancheggia la recinzione. Essa segna il confine tra il Monte Novu (giurisdizione di Villagrande (NU) ed in affitto perpetuo al comune di Fonni (NU) e il territorio del comune di Desulo (NU). Se dovessimo raggiungere la cresta in prossimità della parte bassa, vedremo che la recinzione formerà un vertice, nel quale, orientandoci verso nord, convergono, a destra il Monte Novu, a sinistra il comune di Desulo, di fronte a noi quello di Fonni.
La mulattiera, che lungo la cresta fiancheggia il lato destro della recinzione (eccetto un breve tratto in cui si trova a sinistra), essendo esposta a sud-ovest, dovrebbe essere più facilmente libera dalla neve, e così è stato. Proseguendo la salita si incrocerà alla quota di 1750 m, ovviamente proveniente dalla nostra sinistra, la strada sterrata che avevamo abbandonato a causa  delle distese ancora innevate. Un rapido sguardo dall'alto alle crepe longitudinali che percorrono la massa ghiacciata, ci da ragione della prudente scelta di aggirarla.
Da questo punto, sempre seguendo la mulattiera che fiancheggia il reticolato (o la strada sterrata che procede parallelamente alla nostra destra), si sale rapidamente verso la cima. Tuttavia il tragitto necessita di una certa attenzione perché, salendo di quota, la strada è invasa da cumuli di neve ghiacciata e da altra caduta di recente.
La sommità è circondata da ampi banchi di neve non percorsa da alcuno. Solo le scie delle orme di alcuni mufloni ci segnalano che non siamo i primi a raggiungere la vetta.
Sulla cima è posta una piccola croce di ferro dall'aspetto quasi "francescano", ben diversa da quella maestosa, di stile moderno, e realizzata in acciaio inossidabile, del Gennargentu. Essa è proprio di fronte a noi, al centro del massiccio del Gennargentu, facilmente individuabile con l'ausilio di un piccolo binocolo o dello zoom della macchina fotografica.
Il panorama, considerata la giornata serena, è a perdita d'occhio. Procedendo in senso orario: Punta Paulinu, l'Arco di Gennargentu, il massiccio del Gennargentu, Bruncu Allasu, Punta Erba Irdes e la valle del rio Aratu, il monte Spada, M. Arbu (1567 m s.l.m., il picco calcareo più alto della Sardegna), dietro ad esso Nodu 'e Littipori, Monte Novo  San Giovanni  e il monte Corrasi, girando ancora verso destra si intravedono i bianchi monti calcarei di Baunei (NU).
Dopo una rapida puntata verso Punta Paulinu, decidiamo di tornare a valle, accompagnati da una decina di rumoreggianti corvi imperiali che svolazzano sopra di noi.
Un fenomeno molto interessante del Bruncu Spina è rappresentato dalle migliaia di coccinelle (chi l'avrebbe mai detto?) presenti su tutta la cresta, nelle parti rivolte a meridione, dove batte il tiepido sole di inizio primavera.  Sulla cima preferiscono stare sulle rocce libere dalla neve, ad un livello leggermente più basso si infilano tra i rami delle irsute piante di Astragalo del Gennargentu (Astragalus Genargenteus), più in basso ancora, e molto più numerose, popolano le fronde di Ginepro nano (Juniperus communis ssp. nana) e talvolta i rami spinosi di Ginestra di Corsica (Genista corsica).
Dal punto di vista botanico, l'aspetto più interessante di questo periodo è costituito dalla prime fioriture, peraltro assai consistenti, di Zafferanetto di Sardegna (Crocus minimus). Tra le migliaia di piante dal classico colore violaceo ne abbiamo individuato alcune perfettamente bianche, di cui riporto le immagini.

Mentre arriviamo in prossimità del parcheggio, dei grossi nuvoloni iniziano a coprire la sommità del Bruncu Spina e ci confermano che è stata opportuna la decisione di scendere rapidamente a valle.

(13 aprile 2009)

(Ultima revisione:12/02/2022)




Il Bruncu Spina in inverno

Il Bruncu Spina in inverno

Il Bruncu Spina in inverno

Il Bruncu Spina in inverno

Il Bruncu Spina in inverno

Il Bruncu Spina in inverno

Ghiaccioli orizzontali formati dalla brezza gelida

Un coccinella imperterrita si gode il sole invernale

All'inizio della primavera la neve si è in parte sciolta

Grossi cumuli di neve ricoprono ancora parti della strada per salire in vetta

Il cumulo di neve dell'immagine precedente, visto dall'alto, rivela una lunga fenditura nella neve ghiacciata

Un tratto della mulattiera, appena abbozzata, che percorre il lato destro della recinzione

Il tratto finale della strada è ancora ricoperto di neve, in parte fresca

La vetta rocciosa è in parte libera dalla neve, ma circondata da grossi cumuli

La piccola croce di ferro, un po' "francescana" del Bruncu Spina

Le impronte di alcuni mufloni rivelano che qualcun'altro è arrivato in cima prima di noi

Il Gennargentu dalla cima Bruncu Spina

La catena di Monte d'Iscudu e la valle del rio Aratu

M. Arbu e Nodu 'e Littipori

A sinistra Punta Paulinu, a destra il Gennargentu

Ad alta quota le coccinelle prendono il sole sui massi

... oppure sulle piante di Astragalus genargenteus

A quote più basse preferiscono lo Juniperus communis ssp. nana

Pianta di Astragalus genargenteus (Astragalo del Gennargentu), un sorta di "istrice" vegetale

Alcuni esemplari di Crocus minimus, lo Zafferanetto di Sardegna

Alcuni esemplari di Crocus minimus, lo Zafferanetto di Sardegna

Raro esemplare di Crocus minimus bianco (apocromatico)

Il medesimo Crocus minimus apocromatico visto lateralmente

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