Necropoli di Pranu Mutteddu - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Necropoli di Pranu Mutteddu

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        La necropoli di Pranu Mutteddu è situata a pochi chilometri da Goni (CA), ai lati della strada provinciale che conduce  a San Basilio e Senorbì (CA).
La carreggiata divide l'area archeologica in due parti ben distinte.
A sinistra (approssimativamente il lato sud) sono presenti tutte le domus de janas, le tombe IV e V, quelle indicate con una lettera dell'alfabeto e una serie di menhir non eretti, giacenti presso l'ingresso.
A destra (la parte settentrionale) si trovano le tombe I, II e III, altre in fase di scavo, e la maggior parte dei menhir.
(Su questo lato è pure presente la biglietteria, essendo il sito gestito da una società)
(Tengo a precisare che la numerazione delle tombe con numeri romani è quella ufficiale del sito. Al contrario, i numeri arabi e le lettere maiuscole dell'alfabeto sono stati da me utilizzati per chiarezza espositiva).
Le principali tipologie dei monumenti presenti nell'area sono le seguenti:


Le domus de janas (case delle fate) sono tombe a forma di grotticella artificiale, in questo caso scavate nell'arenaria.

Ma la tradizione popolare sarda,  dimentica della funzione originale, ha immaginato che in un lontano passato siano state le abitazioni di piccole streghe buone: le janas.
Esse si trovano tutte in una propaggine rocciosa in prossimità del limite meridionale dell'area archeologica.

Sono pure presenti due domus de janas a proiezione verticale. Una in prossimità delle altre domus a grotticella orizzontale, l'altra nelle vicinanze dell'ingresso dell'area meridionale

Essenzialemente sono costituite da un pozzo scavato nella roccia affiorante a livello del terreno, in fondo al quale si apre, frontalmente, un vano analogo alle classiche domus de janas a grotticella artificiale.


Le altre tombe non sono ipogeiche ma realizzate con tumuli a livello del terreno.
Da quelle più semplici:

a quelle a circoli concentrici:

a quelle precedute da un atrio megalitico.

La tomba IV,  unica nel suo genere, presenta su un lato una triade di menhir a protezione della tomba.

La tomba II a suo tempo doveva essere il centro di tutta la necropoli e lo rimane tuttora.

E' costituita da un vistoso padiglione di ingresso (in ottimo stato di conservazione) realizzato scavando e modellando un masso portato da altra località. La tomba vera e propria, a cui si accedeva dal padiglione, è costruita parte in opera muraria, parte con massi scavati, similmente al padiglione di ingresso. Il tutto è posto all'interno di circoli concentrici. L'ingresso del padiglione, a sua volta,  si apre su un Grande Circolo, che doveva essere parte integrante del monumento funebre.

Altro aspetto particolamente notevole della necropoli di Panu Mutteddu è la presenza di circa sessanta menhir. Sono realizzati in arenaria con le dimensioni e le forme più varie. Alcuni sono vagamente antropomorfi.
Sono disposti:

sparsi a piccoli gruppi,

in coppia,

in piccoli...

e grandi allineamenti.

Particolare interesse desta la pietra votiva con due incavi, posta nella parte settentrionale dell'area, in prossimità della recinzione.

Essa rimane in disparte rispetto alla necropoli, seminascosta tra le quercie del costone settetrionale che degrada verso valle, ad un livello molto più basso rispetto alle tombe.
Si è pensato che i due incavi potessero servire a sostenere due piccoli menhir o due bètili.
Ma si può anche ipotizzare che fossero delle coppe
, o fosselle, atte a contenere le offerte votive per i defunti. (Nei periodi in cui non si tenevano cermonie presso le tombe, le persone potevano deporre le proprie offerte su questo altare abbastana prossimo alle sepolture, ma in disparte da esse).
Per motivi pratici, la foto è stata realizzata con le spalle rivolte alla necropoli
e la pietra votiva si presenta al livello del terreno. Ma per i fedeli che giungevano dalla parte opposta essa era, e rimane tuttora, rialzata, proprio come un altare.
Cito, per analogia, una pietra votiva
simile, ugualmente posta in prossimità di un'area tombale, ma sempre a debita distanza. Il questo caso è più evidente che gli incavi non dovevano reggere dei bètili o piccoli menhir, ma è più probabile che fossero coppe, o fosselle, per contenere le offerte per i defunti.


La pietra votiva analoga a quella di Pranu Mutteddu,

Barì Sardo (NU)



(15 novembre 2008)

(Ultima revisione: 22/01/2021)

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