Sentiero alto Bruncu Spina - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Sentiero alto Bruncu Spina

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      Da Fonni (NU) prendiamo la strada statale per Desulo (NU) e seguiamo le indicazioni che indicano Bruncu Spina. Proseguiamo fin quando finisce la strada e ci troviamo proprio sotto la montagna in corrispondenza delle piste da sci. Lasciata l'auto, possiamo imboccare il sentiero indicato dal cartello "Bruncu Spina" e "Punta Paulinu". Ci troviamo a quota 1550 metri s.l.m. e dobbiamo raggiungere la cima a 1823, di questo forte dislivello bisogna proprio tenerne conto.
Alternativamente si può raggiungere la cima del Bruncu Spina dalla strada sterrata (da percorrere a piedi!) che si trova circa 1500 metri prima del parcheggio, sono circa tre chilometri. Per coloro che non sono pratici del posto, o volessero scegliere un percorso più tranquillo, è consigliabile questa variante.  La carrareccia può essere usata anche per il ritorno se si volesse compiere un relativamente breve anello del Bruncu Spina. Se poi dovesse capitare che ci troviamo alla fine della primavera, si potrà anche andare incontro a una splendida fioritura di Astragalo del Gennargentu (Astragalus Genargenteus).
L'inizio di questa strada è facilmente individuabile per la presenza di un cancello metallico (sempre aperto). Di fronte ad essa c'è anche un utile spiazzo per il parcheggio delle auto.
Noi abitualmente utilizziamo questa strada che con un ampio giro conduce alla cima del Bruncu Spina, individuabile per la presenza di una piccola croce metallica. Nei pressi della vetta c'è anche una selva di antenne radio, indubbiamente poco belle, ma non mettiamo in dubbio la loro utilità.
Giunti in cima al Bruncu Spina, vediamo il Gennargentu vicinissimo di fronte a noi. Ma non facciamoci trarre in inganno, occorrono un'ora e mezza/due ore, e quasi cinque chilometri di marcia per arrivare alla sommità.
A questo punto potremmo semplicemente camminare, in direzione sud-est, lungo la cresta della montagna, a fianco della rete metallica di recinzione e, oltrepassata Punta Paulinu, giungere all'Arco di Gennargentu. (Nelle carte è indicato come Arcu Gennargentu).
Tuttavia è consigliabile individuare il sentiero che passa a destra della cresta (nel versante occidentale) e che si mantiene per un lungo tratto in prossimità di essa, al lato destro della rete di recinzione. E' senz'altro più agevole e permette un'andatura più sciolta e tranquilla.
L'unica raccomandazione da fare e che, allontanatici dal piccolo altopiano sito in cima al Bruncu Spina camminando su lato destro della rete, conviene scavalcarla alla prima scaletta che incontriamo. In questo modo si evita un'area sassosa piuttosto ostica. Sul lato sinistro, invece, si può camminare tranquillamente sui resti di un'antica mulattiera e scavalcare nuovamente la recinzione alla successiva scaletta che si incontra, o se si preferisce, alla successiva ancora.
Prendiamo questo sentiero che, degradando lentamente, ci porta ai 1659 metri dell'Arco di Gennargentu.
Avvicinandoci a Punta Paulinu possiamo notare, già da lontano, la caratteristica roccia forata dell'immagine a lato. E' poco distante dal sentiero e si trova in un punto panoramico che ben si presta per osservare il paesaggio del versante orientale. Di mattina, grazie alla migliore esposizione, possiamo anche cogliere l'occasione per fotografare il Bruncu Spina dal foro nella roccia.
In questo punto converge un sentiero che giunge dal Sentiero Erba Irdes che passa alcune centinaia di metri più a valle (poco più di cento metri di dislivello). E' un antico sentiero, un po' in disuso, che andando a ritroso rispetto al nostro cammino, giunge nei pressi della sorgente Is Bidileddus (1660 metri di quota) nel versante meridionale del Bruncu Spina. Esso costituisce un'utile bretella tra il Sentiero Erba Irdes e il Sentiero alto Bruncu Spina. Inoltre, lungo il suo percorso si può trovare una sorgente che, in mancanza di un nome nelle carte IGM, per la sua forma caratteristica l'ho denominata La Cascatella.  Infatti, l'acqua fuoriuscita dalla vena, scorre sopra un masso e precipita formando una piccola cascata alta circa un metro. La Cascatella si trova a 1702 metri di altitudine e sembra essere, per il momento, la sorgente alla quota più elevata dei monti del Gennargentu e di tutta la Sardegna. Le immagini che allego sono state riprese a fine luglio e la portata sembrava essere ancora buona.


Torniamo alla nostra escursione e proseguiamo verso l'Arco di Gennargentu.
Questo arco è molta ampio e si staglia nettamente guardando i monti del Gennargentu sia dal lato orientale sia da quello occidentale. Costituisce quasi una porta tra il lato est e il lato ovest, tra l'Ogliastra e la Barbagia. Non so se è un caso, ma "Gennargentu", termine sardo di chiara derivazione neolatina, significa "Porta d'argento".
Come si può notare dalle foto allegate, è un vero crocevia. Da qui passano la maggior parte delle persone che vanno verso Punta La Marmora.
Attraversiamo longitudinalmente l'arco e risaliamo di quota dirigendoci verso Genna Orìsa che nel linguaggio locale è chiamata anche Genna (o Arcu) Erìsi.
Si incontra quasi subito, a destra del sentiero, una fontana creata di recente convogliando l'acqua dell
a sorgente detta Funtana Erìsi. Quest'ultima si trova alcune decine di metri più a monte ed è individuabile da un vasto semicerchio di pietre. Non è segnata nelle carte IGM ed è questo, quindi, il suo nome locale. Questa è la fonte più alta di questa parte del Gennargentu (circa 1690 metri s.l.m.), tra le più alte di tutta la Sardegna. Purtroppo, durante l'estate, tende ad esaurirsi.

Continuando lungo il sentiero, si passa sotto il versante orientale di Punta Su Sciùsciu (Il Crollo). (Come si vede dalle foto, il termine sardo è piuttosto eloquente!)
Si arriva così a Genna Orìsa che può essere considerata la porta della parte alta del Gennargentu (ricordo che Genna deriva dal latino ianua e significa Porta).
Proseguendo poi per un sentiero che in falsopiano corre lungo il versante occidentale, si arriva facilmente alla Punta della Croce, individuabile dalla grande croce splendente (è realizzata in acciaio inossidabile). Antecedentemente c'era un'altra croce in ferro che che non ha retto alle intemperie del Gennargentu. I resti giacciono lungo il costone del versante orientale, in posizione nascosta da questo punto e difficilmente raggiungibile. Può essere tuttavia individuata facilmente su Google Hearth.

Accanto alla nuova croce si possono individuare i segni della posa di vecchie lapidi, andate poi distrutte.

La posa in opera di queste croci e queste lapidi, insieme ad altri possibili fattori che ignoro,  ha contribuito a creare il convincimento che questa fosse Punta La Marmora. In realta, Punta La Marmora è ben visibile davanti a noi, lungo la cresta, duecento metri più a sud. E' riconoscibile anche dalla presenza di un grande cono di pietre. Si può raggiungere seguendo il sentiero di cresta che, se vogliamo, ci porterà poi fino a Punta Florisa, distante altri trecento metri.

Per il problema della corretta individuazione di Punta La Marmora rimando alla pagina:


Un suggerimento per il ritorno.
Giunti all'Arco di Gennargentu, invece di percorrere il sentiero da cui siamo giunti, possiamo risalire su per la cresta di Punta Paulinu fino al Bruncu Spina. Non è eccessivamente pesante e non presenta particolari difficoltà ma è ovvio che richiede una maggiore attenzione. Si può ammirare il paesaggio di entrambi i versanti e si incontra nuovamente lo strano "animale" che si vede nelle foto e che si presta anche a fare da cornice per due splendidi paesaggi, in particolare quello del versante orientale, che ora ha il vantaggio di un'esposizione migliore.
Un'altra variante è proposta nel Sentiero Erba Irdes, a cui rimando. Sostanzialmente propone, per il rientro, di utilizzare questo sentiero fino all'Arco di Artilai, da cui successivamente si può raggiungere con facilità il Bruncu Spina.


In qualche occasione, noi abbiamo utilizzato anche la bretella cha dalla fontana Is Bidileddus (Sentiero Erba Irdes) porta alla roccia forata (Sentiero alto Bruncu Spina) passando per la sorgente La Cascatella.


Non posso concludere senza segnalare alcune tra le specie vegetali tipiche di quest'area.
L'Astragalo del Gennargentu (Astragalus genargenteus), pianta endemica della Corsica e della Sardegna.
Il Cardo del Gennargentu (Lamyropsis microcephala), pianta endemica della Sardegna, ha un areale piuttosto limitato ed è esclusiva di quest'area.
La Piantaggine a cuscinetto (Plantago subulata ssp. insularis), anch'essa pianta endemica della Corsica e della Sardegna, abbastanza diffusa sui monti del Gennargentu.


(01 ottobre 2008)
(Ultima revisione: 24/01/2021)

Il cartello che indica il sentiero sul versante orientale per il Bruncu Spina e Punta Paulinu



Il Bruncu Spina ripreso dalla strada sterrata  

Il Gennargentu visto dalla cima del Bruncu Spina  



Il punto in cui si trova la roccia forata e l'inizio del sentiero per La Cascatella

La roccia forata: sembra uno strano animale  



Il Bruncu Spina visto dal foro nella roccia  

La sorgente La Cascatella  a 1702 metri di altitudine


La sorgente La Cascatella  a 1702 metri di altitudine

Il crocevia di sentieri all'Arco di Gennargentu  



L'Arco di Gennargentu e Punta La Marmora  

La sorgente Funtana Erìsi  



Il versante orientale di Su Sciùsciu  

Il sentiero per Punta La Marmora. In fondo l'Arco di Gennargentu  


Genna Orisa con le pietre di porfido rosso. In fondo Su Siùsciu  

Punta della Croce e Punta  La Marmora viste da nord


Punta Paulinu. In basso a sinistra l'Arco di Gennargentu  

Panoramica dei Monti del Gennargentu visti dai pressi di Punta della Croce  


Il Bruncu Spina visto da Punta Paulinu  

Il cono di pietre che indica la cima di Punta Paulinu  


Panorama del versante orientale dal foro nella roccia  

Astragalo del Gennargentu (Astragalus genargenteus) raro endemismo sardo-corsa


Astragalo del Gennargentu (Astragalus genargenteus) raro endemismo sardo-corso

Il cardo del Gennargentu (Lamyropsis microcephala) raro endemismo sardo che in realtà cresce sul Bruncu Spina


Il cardo del Gennargentu (Lamyropsis microcephala) raro endemismo sardo che in realtà cresce sul Bruncu Spina

Piantaggine a cuscinetto (Plantago subulata ssp. insularis) pianta endemica di queste montagne

Piantaggine a cuscinetto (Plantago subulata ssp. insularis) pianta endemica di queste montagne

Punta della Croce e Puna La Marmora viste da sud-ovest


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