Le sorgenti del Gennargentu (e altre curiosità) - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Le sorgenti del Gennargentu (e altre curiosità)

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      Uno degli aspetti più caratteristici degli ambienti montani è la presenza delle sorgenti naturali. Rappresentano un'attrattiva sia perché hanno un certo fascino intrinseco sia perché si rivelano utili per l'escursionista assettato. Non bisogna dimenticare che hanno anche una funzione primaria nella creazione e conservazione di un micro habitat, inoltre hanno la fondamentale funzione di abbeverare gli animali domestici e selvatici dell'area.
Si è scelto di descrivere le sorgenti dei Monti del Gennargentu in ordine decrescente in funzione dell'altitudine. L'altezza indicata è da considerarsi approssimativa ma l'errore è circoscritto a qualche metro.
Le due sorgenti poste a quota più elevata dei Monti del Gennargentu, si trovano nel versante meridionale del Bruncu Spina. Distano tra loro circa cento metri e sono a breve distanza dalla cima che è ha un'altitudine di 1828 m s.l.m.
La più alta sgorga alla base di uno sperone roccioso a un'altezza di 1785 metri. L'altra si trova poco più in basso e l'acqua fuoriesce dal terreno a 1770 metri di altitudine. Entrambe sono state adattate come fontane in maniera da permetterne un più agevole utilizzo. Considerato che le due sorgenti sono a una quota di quaranta-sessanta metri rispetto alla cima della montagna, sono entrambe poco abbondanti ma, tuttavia, perenni.
Può sembrare strano che ci possano essere sorgenti perenni a così breve distanza dalla cima. Tuttavia, un semplice calcolo, benché approssimativo, chiarirà tutto.
Facendo riferimento alla carta IGM 1:25000, si può osservare che, nella parte alta del Bruncu Spina, la curva di livello di quota 1800 metri circoscrive un'area di forma allungata: Quest'area è, approssimativamente, lunga settecento sessanta metri e larga centosessanta. L'area della superficie è quindi di 121.600 metri quadrati. Considerata una piovosità media di mille millimetri che, con un semplice calcolo, corrisponde a mille decimetri cubi o, se si preferisce, a mille litri per metro quadrato, il totale dell'acqua caduta annualmente è di 121.600.000 litri. Se si considera che l'area sommitale del Bruncu Spina è ampiamente pianeggiante e che le precipitazioni sono spesso nevose, si può presumere che la maggior parte di quest'acqua sia assorbita dal terreno e vada ad alimentare la falda sotterranea.
Come già notato, le due sorgenti sono poco abbondanti perché la montagna, a causa della costituzione interna, rilascia l'acqua della falda con parsimonia. Presupponendo, ad esempio, una portata media complessiva di quattro litri al minuto e moltiplicando questa cifra per 525.600 minuti annui, si avrebbe un totale di 2.102.400 litri. Se ne deduce che i 121.600.000 litri prodotti dalle precipitazioni sono più che abbondantemente sufficienti ad alimentare le due sorgenti.
Sempre in tema di primati, c'è da aggiungere che qualche metro a valle della sorgente di quota 1785, lungo il rigagnolo che da essa si origina, sono presenti due alberelli. Sono un salice fragile (Salix fragilis) e di un tasso (Taxus baccata), auspicando che sopravvivano,  sono destinate diventare le due piante arboree che crescono ad altitudine più elevata in Sardegna.
Riguardo alla sorgente di quota 1785 c'è un'altra curiosità. Nel periodo estivo è frequentatissima dalla lucertola tirrenica (Podarcis tiliguerta). C'è un viavai continuo ed è facile vedere contemporaneamente anche una decina di esemplari. Questi piccoli rettili disdegnano il rigagnolo sottostante e vanno ad abbeverarsi direttamente presso la fuoriuscita della vena, nei punti in cui trasuda acqua dalla roccia. A causa di questa preferenza, la vicina sorgente di quota 1770 che sgorga dal terreno, non è per nulla frequentata.
Passando al versante opposto del Bruncu Spina, quello settentrionale, la sorgente posta ad altitudine più elevata si trova a quota 1685 metri. La vena è perenne sgorga dal terreno opportunamente protetta da un muretto di pietre. E' frequentata dalle mucche al pascolo che si abbeverano in una piccola conca formata dalle pietre della base.
Lungo tutto il versante orientale, dal Bruncu Spina fino a Punta Paulinu, c'è un'unica sorgente, abbondante e perenne, che è stata trasformata in una fontana. Si trova all'interno di un'area di sosta lungo il Sentiero basso Bruncu Spina, all'altitudine di 1592 metri s.l.m.
Tornando alle due sorgenti del versante meridionale, seguiamo verso valle il sentiero che passa vicino fino a giungere all'Arco di Artilai e incrociare il Sentiero Erba Irdes. Proseguiamo poi lungo in sentiero in direzione sud, verso l'Arco di Gennargentu. Dopo circa seicento metri, incontriamo, proprio sul sentiero, alla quota di 1685 metri una sorgente perenne trasformata in una caratteristica fontana.
Proseguendo ancora per altri settecento metri, si giunge alla località Is Bidileddus (Le piccole aree verdi). Qui troviamo una fontana alimentata dalla sorgente omonima, perenne e piuttosto abbondante,  all'interno di un'area di sosta recintata.
Qualche decina di metri dopo l'area di sosta si può individuare l'inizio di un sentiero, ormai semiabbandonato, che conduce fino a Punta Paulinu. Lasciando il percorso principale e imboccando questo sentiero si giunge, dopo circa duecento metri, a un'altra sorgente completamente allo stato naturale, anch'essa perenne e assai caratteristica. Infatti, l'acqua che sgorga sopra una roccia, cade formando un piccola cascata. per questo motivo l'ho chiamata "La Cascatella". Trovandosi a un'altitudine di 1700 metri si pone al terzo posto tra le sorgenti più alte dei Monti del Gennargentu, subito dopo le due sorgenti del versante meridionale del Bruncu Spina.
Sempre in tema di primati di altitudine, si può aggiungere che l'ontaneto, che dista pochi metri dalla sorgente, con i suoi 1700 metri, costituisce il gruppo di alberi che si trovano ad altezza più elevata dei Monti del Gennargentu e della Sardegna.
Proseguendo ancora lungo il medesimo sentiero che, sotto la cima di Punta Paulinu, si interseca con il Sentiero alto Bruncu Spina, si può scoprire un altro primato. E' necessario abbandonare il sentiero e arrampicarsi verso la vetta per scoprire, parzialmente protetto da una sporgenza rocciosa, i resti di un recinto per gli animali facente parte di un antico ovile. Considerata l'altitudine di circa 1785 metri, si può presumere che fosse utilizzato solo nella bella stagione e si trattasse, quindi, di un cosiddetto "ovile estivo".  Se ci arrampichiamo ancora verso la cima che ha un'altitudine di 1892 metri s.l.m., possiamo trovare anche i resti di quella che doveva essere la capanna dei pastori. Per le nostre conoscenza, questo è l'ovile posto alla maggior altitudine sui Monti del Gennargentu. Rimane da notare che il sentiero semiabbandonato che abbiamo percorso doveva servire proprio per collegare questo ovile.
In prossimità di Punta Paulinu, oltre alla "Cascatella" non sono presenti altre sorgenti perenni. E' necessario scendere nel versante occidentale fino a 1600 metri di altitudine. Qui, lungo il sentiero che avevamo abbandonato per salire fino alla "Cascatella" e a Punta Paulinu, possiamo trovare in un'area di sosta, presso i ruderi del Rifugio La Marmora, due abbonanti fontane perenni.

Panoramica dell'area della sorgente di quota 1785 m s.l.m. nel versante meridionale del Bruncu Spina




La sorgente di quota 1785 m s.l.m. nel versante meridionale del Bruncu Spina
La sorgente di quota 1785 m s.l.m., nel versante meridionale del Bruncu Spina, sgorga direttamente dalla roccia




Lucertole tirreniche all'abbeverata presso la sorgente di quota 1785 m s.l.m. nel versante meridionale del Bruncu Spina

Panoramica dell'area della sorgente di quota 1770 m s.l.m. nel versante meridionale del Bruncu Spina




La sorgente di quota 1770 m s.l.m. nel versante meridionale del Bruncu Spina
La sorgente di quota 1685 m s.l.m., la più elevata del versante settentrionale del Bruncu Spina, per gli animali è un importante punto di abbeverata




La sorgente di quota 1592 m s.l.m., si trova in un'area di sosta lungo il sentiero nel versante orientale del Bruncu Spina.

Sorgente di quota 1685 m s.l.m. a circa 600 metri da Arco Artilai lungo il sentiero, in direzione sud




Sorgente "Is Bidileddus" all'interno dell'area di sosta omonima a quota 1660 m s.l.m.

La caratteristica sorgente "La Cascatella" tra il Bruncu Spina e Punta Paulinu a quota 1700 m s.l.m.




La caratteristica sorgente "La Cascatella" tra il Bruncu Spina e Punta Paulinu a quota 1700 m s.l.m.
La caratteristica sorgente "La Cascatella" tra il Bruncu Spina e Punta Paulinu a quota 1700 m s.l.m.




Mucche all'abbeverta alla sorgente "La Cascatella", mentre una beve, le altre aspettano pazientemente il loro turno

Ovile Punta Paulinu a quota 1780 m s.l.m.: resti del recinto per gli animali




Ovile Punta Paulinu a quota 1790 m s.l.m.: probabili resti della capanna dei pastori
La vecchia e monumentale sorgente Funtana Erisi a quota 1685 m s.l.m., si trova presso il sentiero nel versante settentrionale del Gennargentu



La sorgente Funtana 'e Muscas a quota 1610 m s.l.m., è ubicata a sinistra di Arcu Sa Turzi nel versante sud-orientale del Gennargentu

La sorgente Sa Nuxi Torta a quota 1530 m s.l.m., si trova a monte dell'omonima località nel versante sud-occidentale del Gennargentu



Il versante settentrionale del Gennargentu, in basso al centro la pietraia dove si può udire "S'Abba ci sonada" (L'acqua che risuona)

L'ostica pietraia dove di può udire "S'Abba ci sonada" (L'acqua che risuona). Cliccando nel Player audio in basso si può ascoltare la registrazione del rumore prodotto dall'acqua in un'annata non troppo abbondante
Una delle tante piccole sorgenti che si possono trovare sui versanti dei monti del Gennargentu a quote medio-basse. Questa sorgente è valorizzata anche dalla presenza di alcune piante della rarissima Viola gialla (Viola biflora), si possono distinguere le foglie tondeggianti nel lato sinistro dell'immagine
Il Gennargentu vero e proprio (dall'Arco di Gennargentu a nord fino all'Arco Sa Turzi a sud)  è costituito da una lunga cresta rocciosa. Per questo motivo non si presta alla formazione di un bacino che alimenti una falda acquifera. Ne consegue che a quote elevate non è presente alcuna sorgente. Quella che si trova ad altitudine maggiore è chiamata Funtana Erisi, tuttavia non è perenne e tende ad esaurirsi durante l'estate. Si trova poco a monte dell'Arco di Gennargentu, non distante dal sentiero, a un'altitudine di 1685 metri. Negli anni scorsi, l'acqua è stata condotta fino al sentiero per formare una fontana. L'immagine allegata è quella della sorgente storica originale, assai caratteristica perché inserita in un muretto a secco disposto a semicerchio.
Un'altra sorgente che si può definire storica, anche perché ha un suo nome e certamente un passato di utilizzo nel mondo pastorale, è Funtana 'e Muscas. La possiamo trovare nel versante opposto, quello meridionale, a sinistra dell'Arco Sa Turzi per chi scende dalla montagna, a un'altitudine di 1610 metri. La sorgente è allo stato naturale con l'acqua che sgorga dal terreno. Opportunamente recuperata, potrebbe essere una fonte perenne.
Un discorso simile si può fare per un'altra sorgente, che si trova, non tanto distante, nel versante occidentale, a destra dell'Arco Sa Turzi. La vena sgorga alla base di un ammasso roccioso affiorante, a una quota di 1530 metri, poco più a monte della località Sa Nuxi Torta. In assenza di un nome specifico, per designarla si può fare riferimento a questo toponimo.
Per concludere si può accennare a un curioso fenomeno chiamato localmente "S'Abba ci sonada" (L'Acqua che risuona). Si verifica nelle vaste pietraie derivate dallo sfaldamento di rocce granitoidi presenti nel versante settentrionale a valle dell'Arco di Gennargentu. Le ampie distese di pietre ricoprono sorgenti e rigagnoli e il rumore dell'acqua che vi scorre sotto, rimbalzando tra i sassi, è moltiplicato, amplificato e distorto. Quando l'acqua è più abbondante il suono è veramente impressionante e sembra far presumere una grande quantità d'acqua. Talvolta il suono è può essere anche assimilabile a un soffio di vento molto intenso. Ma, se si scende a valle fin dove finisce la pietraia, si vede solo un semplice rigagnolo. Tuttavia, il fascino un po' misterioso di questo fenomeno rimane immutato.
E' sottinteso che, non essendo in ambiente carsico, è assai improbabile l'esistenza di un "inghiottitoio" che faccia sparire l'acqua sotto terra.
Fenomeni simili sono segnalati anche nel versante meridionale del Gennargentu. Nella carta IGM è anche riportato il toponimo S'Abba ci sonada, ma non ne abbiamo esperienza diretta.
(29 dicembre 2017)
(Ultima revisione: 24/01/2021)





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