Il mito di Atlantide - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Il mito di Atlantide

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Il mito di Atlantide si deve a Platone (427-347 a.C.) che lo anticipa nel dialogo Timeo e lo espone poi, in maniera molto dettagliata, nel successivo dialogo Crizia.
L'inizio è posto nella notte dei tempi allorché gli dei si divisero tutta la terra estraendo a sorte la parte che doveva spettare e ciascuno di essi, ovviamente, essendo degli dei,  non poteva che toccare ad ognuno la regione più adatta alle proprie qualità personali e più gradita. E così tutti si stabilirono nelle regioni assegnate, le popolarono e le governavano con saggezza, senza violenza e con la sola forza della persuasione. (Questo passaggio ricorda il mito di una primordiale età dell'oro comune a molte tradizioni e culture).
Efesto ed Atena, essendo fratelli ed affini di carattere ottennero in comune l'Attica (la regione di Atene), Poseidone l'isola di Atlantide. Essa, che era grande quanto la Libia (il nord Africa escluso l'Egitto) e l'Asia (la penisola dell'Anatolia) riunite insieme, ed era posta oltre le Colonne d'Ercole (lo stretto di Gibilterra), a breve distanza dalla costa.
- Efesto ed Atena si stabilirono, dunque, nella regione di Atene, che era la più fertile di tutte, e la popolarono di uomini virtuosi e rispettosi delle leggi. La società era divisa in due classi, una quella degli artigiani dei contadini, l'altra la classe dei guerrieri. Questi ultimi non possedevano nulla di proprio e ricevevano il necessario dagli altri cittadini.
Il clima era mite e la terra fertile produceva frutti in abbondanza, pascoli per il bestiame e grandi alberi. Il terreno argilloso tratteneva l'acqua piovana che rilasciava successivamente nelle sorgenti e nei fiumi. Anche sopra l'acropoli di Atene c'era una sorgente abbondante. Qui erano stati eretti i templi dedicati ad Efesto e ad Atena, e qui risiedeva la classe dei guerrieri. Nella parte inferiore abitavano gli artigiani e i contadini che lavoravano la terra circostante.
Ma avvenne che una sola notte di pioggia, a cui seguirono terremoti, dilavò il terreno dell'acropoli così da renderla spoglia. Similmente anche il resto della regione fu colpito da alluvioni e cataclismi che erosero il terreno asportando larga parte dello strato superficiale di terra fertile.
- Poseidone si stabilì con i figli avuti da donne mortali nell'isola di Atlantide. Al centro dell'isola si trovava una fertile pianura, e al centro di essa una collina. Qui abitava una fanciulla, chiamata Clito, che era rimasta orfana. Poseidone si invaghì di lei, rese scoscesa la collina ove abitava e la cinse con anelli concentrici di terra e mare: due di terra e tre di mare. In questo modo la cima della collina divenne inaccessibile a tutti gli uomini, ancora infatti non esistevano né i mezzi né l'arte della navigazione. Abbellì la collina facendo scaturire due sorgenti, una calda e una fredda, e fece produrre alla terra abbondanza di frutti.
Ebbe da Clito cinque coppie di gemelli maschi. Divise, quindi,  l'intera isola in dieci parti, donò al primogenito Atlante la parte centrale, ove era la dimora di Clito, e il regno di tutta l'isola. Agli altri fratelli assegnò le restanti nove parti. Anch'essi erano re, nella parte loro assegnata, ma sottoposti ad Atlante.
Da questo primo re, Atlante,  deriva il nome dell'isola (Atlantide) e del mare che la circonda (Oceano Atlantico).
(Interrompo il racconto di Platone per precisare che questo re Atlante non è da confondere con il gigante Atlante (quello che reggeva il mondo sulle spalle) da cui deriva il nome della dei Monti dell'Atlante, nel nord Africa. Da Pleione ebbe sette figlie chiamate Atlantidèe, dal nome del padre, Plèiadi dal nome della madre. Furono da Artemide trasformate nell'omonima costellazione delle Plèiadi).
La stirpe di Atlante prosperò e pervenne a grande ricchezza e potenza. Assunse il controllo delle isole vicine e di molte regioni al di qua delle Colonne d'Ercole, fino all'Egitto e alla Tirrenia (la terra degli Etruschi).
Furono accumulate grandi ricchezze prodotte principalmente nell'isola stessa, ma anche importate dalle regioni dominate.
Dalla terra si estraevano tutti i metalli. Dopo l'oro, il più prezioso era l'oricalco (probabilmente l'ottone) che veniva estratto in molti luoghi dell'isola. Essa, inoltre produceva in abbondanza alberi, fiori, frutti, cereali per fare il pane e nutriva animali domestici e selvaggi.
Tra questi ultimi figurava anche l'elefante, era l'animale più grosso e vorace, ma  il pascolo era abbondante anche per lui.
Con le ricchezze che la terra offriva fu abbellita l'isola costruendo templi per gli dei, abitazioni per gli uomini, ponti che permettessero di scavalcare le tre cinte di mare, ed un canale navigabile per le navi più grosse che collegava l'oceano con la prima cinta di mare. In questo punto fu realizzato un porto, infatti nel frattempo era stata appresa la tecnica delle navigazione e della costruzione delle navi. All'altezza dei vecchi ponti furono realizzati canali navigabili più stretti, tali da permettere il passaggio di una trireme da una cinta di mare all'altra. Questi canali furono coperti in modo che le navi potessero passare sotto. Costruirono anche delle mura di pietre per tutto il perimetro di ognuna delle cinte, il muro più esterno fu poi rivestito di bronzo, quello successivo di stagno e quello più interno, che circondava l'isola con la collina su cui c'era l'acropoli e il palazzo del re, di oricalco.
Il palazzo reale aveva al centro l'antica dimora di Poseidone e Clito, essa fu circondata da un muro d'oro.
Il tempio di Poseidone era rivestito esternamente d'argento, eccetto le decorazioni del frontone che erano d'oro, internamente d'avorio, oro, argento e oricalco. Dentro vi erano statue d'oro, tra cui una del dio su un cocchio trainato da sei cavalli alati. La statua era così grande da toccare il soffitto del tempio.
Esternamente al tempio c'erano le statue d'oro dei discendenti di Atlante e le grandi offerte portate da re e privati cittadini da Atlantide e dalle altre regioni governate.
Anche le due fonti create da Poseidone erano adeguamenti utilizzate. L'acqua della fonte calda  attraverso canalizzazioni era portata in locali coperti destinati a bagni caldi. Quella fredda irrigava i campi fino al cerchio più esterno, per mezzo di canali che attraversavano le cinte di mare passando sopra i ponti.
Nelle due isole circolari successive alla isola centrale si estendeva al città con templi, giardini, palestre, case per le guardie e per i dorifori (soldati portatori di lancia), ed un ippodromo lungo quanto tutta la circonferenza del cerchio maggiore. Le guardie più fedeli, però, risiedevano nell'acropoli. Il porto era stracolmo di imbarcazioni e di mercanti che giungevano da ogni parte. Esso era circondato da un muro che lasciava libero solo l'ingresso, l'area tra il porto e il muro coperta da abitazioni.
Anche i monti, posti nella parte settentrionale dell'isola, erano abitati e vi erano moltissimi villaggi. Da questi monti scendevano dei fiumi, la cui acqua, prima di giungere al mare, era deviata in una rete di canali così da irrigare tutta la pianura. In questo modo erano possibili due raccolti all'anno, uno grazie alle piogge invernali, l'altro attingendo l'acqua dai canali.
Alcuni canali erano navigabili e così si poteva trasportare il legname che veniva dalle montagne. Anche i prodotti della terra potevano essere trasportati in questo modo fino alla costa.
Riguardo all'ordinamento dello stato c'è da dire che ognuno dei dieci re governava indipendentemente ed in maniera assoluta la propria parte. C'erano invece leggi, scritte su una stele di oricalco, posta sull'acropoli nel tempio di Poseidone. Esse regolavano i rapporti tra loro. In caso di guerra il comando supremo era affidato ai discendenti di Atlante.
Per molte generazioni, finché era predominate la loro natura divina (essendo discendenti di Poseidone), vissero con saggezza senza lasciarsi corrompere dai beni accumulati. Ma poi estinguendosi man mano la natura divina a causa di successivi incroci con i comuni mortali, si lasciarono corrompere dalle ricchezze.
Zeus, il padre degli dei che tutto vede, gli volle punire...
A questo punto si interrompe l'esposizione riportata sul Crizia. Nel Timeo, oltre a un breve riassunto di tutto il mito, si narra in maniera concisa la fine di Atlantide.
Questo fu dunque l'epilogo.
Il regno di Atlantide era giunto a così grande potenza da occupare quasi tutto il Mediterraneo e a minacciare di invadere la Grecia. Fu allora che gli ateniesi (la stirpe di Efesto ed Atena che abbiamo incontrato all'inizio), parte da soli, parte con l'aiuto delle altre popolazioni greche, riuscirono a sconfiggere gli atlantidèi e a ricacciarli oltre le Colonne d'Ercole.
La guerra tra ateniesi e atlantidèi era avvenuta, scrive Platone, novemila anni prima.
Passò del tempo e giunse la punizione di Zeus: in seguito a terribili alluvioni e terremoti, nel volgere di un giorno e di una notte Atlantide fu sprofondata nel mare. E da allora quel mare non più navigabile, a causa del bassofondo fangoso che si è formato all'inabissarsi dell'isola.
Questo il racconto di Platone.
Si notino alcuni aspetti fortementente anacronistici per delle civiltà risalenti a 9000 anni prima. Cito, ad esempio,  la conoscenza della scrittura, la lavorazione avanzata dei metalli, l'uso delle triremi, le opere di ingegneria idraulica, ecc. Sorge il dubbio, avanzato anche da alcuni studiosi, che l'espressione "9000 anni" sia frutto di un errore di trascrizione del testo platonico. L'errore potrebbe riguardare il numero degli anni, oppure, invece che di anni si potrebbe trattare di mesi. In questo caso sarebbero 750 anni e si otterrebbe una data prossima al 1100 a.C., certamente molto più plausibile.
Dalla narrazione del mito fino ad oggi, in tanti hanno cercato di individuare la reale ubicazione di Atlantide. E' stata ipotizzata nel mar Egeo, in Sicilia, in Sardegna, nell'oceano Atlantico (nella maggior parte dei casi) ed in America. Anche per le Colonne d'Ercole, oltre allo stretto di Gibilterra si è preso in considerazione il canale di Sicilia.
Lascio ad altri le ricerche e le disquisizioni sulla reale esistenza di quest'isola, in questa sede la storia di Atlantide è presa in considerazione solo come un mito.
Per cui, considerato anche l'estremo dettaglio della descrizione, mi sembra doveroso cercare di individuare almeno alcuni elementi che potrebbero aver influenzato Platone.
1) L'isola circondata da mura e da torri sembra ricordare la Sardegna nuragica. Ai tempi di Platone questa civiltà si avviava ormai al suo epilogo, tuttavia i nuraghi costruiti in prossimità della costa e visibili dal mare erano molto numerosi. E lo sono tutt'oggi.  Prendo ad esempio la zona costiera di Sarrala (Tertenia-NU), ebbene, in una decina di chilometri di costa ci sono almeno altrettanti nuraghi: circa uno ogni chilometro. Questi innalzandosi su delle piccole alture erano visibilissimi dal mare, quasi fossero delle sentinelle. I naviganti, avvicinandosi alle coste non potevano non essere colpiti da questo scenario, peraltro unico nel Mediterraneo. Sicuramente avranno raccontato di questa  grande isola circondata da una moltitudine di torri.
2) Il terremoto che fece sprofondare Atlantide. E' ormai accertato che nel 1628 a.C. l'isola di Santorini venne distrutta da un'eruzione vulcanica e dal susseguente terremoto. Lo scoppio del vulcano posto sull'isola aprì un'immensa caldera che fu invasa dal mare, e al posto della isola originale ne rimasero tre piccole .
3) La guerra tra Atene ed Atlantide.  Sembra richiamarsi alle scorrerie e ai tentativi di invasione di alcune aree del Mediterraneo orientale da parte dei cosiddetti  Popoli del mare (è un'espressione moderna) provenienti da ovest. E' storicamente dimostrato che i Popoli del mare, alleati dei Libi, intorno al 1200 a.C. tentarono in più occasioni di invadere l'Egitto ma furono sconfitti. (Ricordo che secondo Platone, la Libia era sotto il controllo di Atlantide).
Per concludere si può ipotizzare che questi tre fatti storici: a) l'esistenza di una grande isola fortificata (la Sardegna), b) l'eruzione vulcanica con il susseguente inabissamento di una parte dell'isola di Santorini, c) le invasioni dei Popoli del mare, di cui è plausibile che Platone fosse a conoscenza, possono averlo influenzato nella creazione di alcune parti del mito di Atlantide.




Il mare visto dall'interno del Nuraghe Longu, in località Sarrala (Tertenia-NU).
Scenari come questo sono numerosissimi in Sardegna.

In questa stessa località sono presenti una decina di nuraghi in posizione simile. Oltre al nuraghe Longu, sono in buono stato di conservazione e facilmerte visitabili,  il nuraghe Aleri ed il nuraghe Nastasi.

(25 agosto 2008)

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