Il dolmen Sa Coveccada - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Il dolmen Sa Coveccada

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        Il termine dolmen è stato creato nella Francia del XVII secolo ed è composto da due vocaboli bretoni (tol e men) che letteralmente significano tavolo di pietra. Infatti nei dolmen quello che colpisce maggiormente e stimola la fantasia è la poderosa lastra di pietra che normalmente era posta come copertura della tomba. Tuttora alcuni dolmen, a causa della loro forma particolare, si presentano come dei grandi tavoli di pietra. Similmente anche l'espressione sarda Sa Coveccada fa riferimento al lastrone che ricopre la tomba. Si potrebbe tradurre letteralmente (ma poco elegantemente) come La Coperchiata.
I dolmen si collocano sia temporalmente che culturalmente tra le tombe ipogeiche scavate nella roccia, le cosiddette domus de janas (case delle fate) e  le tombe realizzate in muratura, le cosiddette tombe di giganti. Ho voluto rimarcare come entrambi i nomi delle due tipologie tombali siano stati creati in maniera fantasiosa, quando ormai si era perso il ricordo dello loro destinazione originaria.
I dolmen erano sepolture collettive, come le successive tombe di giganti e, in parte, anche le precedenti domus de janas.
Il dolmen Sa Coveccada è posto su un vasto tavolato trachitico ove non è stato possibile fare ricorso alla stratigrafia del terreno ne sono stati trovati oggetti relativi al corredo funebre o alle offerte votive. Per questi motivi la datazione è stata fatta ponendo il monumento tra e le due tipologie tombali sopra esposte, facendola quindi ricadere nel neolitico recente (3.300-2.500 a.C.).
Il materiale che costituisce il monumento è reperibile nei dintorni ed è costituito da quattro lastroni di trachite tufacea di colore chiaro, tendente al rosato. Tre di essi formano le pareti frontale e laterali, il quarto è posto come copertura. Manca la chiusura posteriore andata distrutta, così come una parte della copertura. Lo spessore delle pareti è mediamente di 50 centimetri, quello della copertura, che necessitava di una maggior robustezza, è invece di 65 centimetri.
Queste grandi lastre di pietra, lavorate in maniera regolare e giustapposte con una certa perizia, formano una sorta di "casetta",  ben squadrata, dalle misure proporzionate e dall'aspetto armonico.
Le misure perimetrali esterne sono: metri 2,20 per la larghezza e circa metri 5,00 per la lunghezza. L'altezza complessiva è invece di metri 2,60.
Invece internamente, la larghezza è di metri 1,10 e la lunghezza di metri 4,90 che coincide con quella dei lastroni laterali, l'altezza è di metri 1,95.
Le dimensioni attuali della copertura, del quale circa un terzo è mancante, sono metri 3,00 per la lunghezza e metri 2,80 per la larghezza.
Nella parete frontale è stato praticato un portello (largo 50 centimetri e alto 70) piccolo, ma sufficiente per introdurre i defunti nella sepoltura. Presumibilmente, il portello era all'origine chiuso da una piccola lastra, non più reperibile sul posto.
A destra del portello, nello spessore del lastrone, è stata ricavata una nicchia emisferica alla quale si può dedicare una piccola considerazione. Nelle condizioni in cui la vediamo oggi, vista la sua forma, si può notare che essa mal si presterebbe ad accogliere oggetti votivi. Verrebbe da pensare che essa potesse avere una funzione più simbolica che pratica.
Al contrario, la nicchia scavata internamente, sempre nello spessore murario del medesimo lastrone, per le sue dimensioni (centimetri 130 di lunghezza, 90 di altezza e 50 di profondità) è perfettamente idonea ad accogliere sia le offerte che un possibile corredo funerario di una certa consistenza.
Al centro del pavimento si presenta uno scavo irregolare che potrebbe essere semplicemente naturale e la sua posizione del tutto casuale. Tuttavia merita qualche considerazione. All'interno della tomba si potevano facilmente formare dei liquidi che ovviamente non potevano essere assorbiti dalla roccia. Si potrebbe ipotizzare che questo scavo avesse la funzione di raccoglierli per impedirne la fuoriuscita all'esterno.
Aggiungo un'altra considerazione riguardo all'indubbia perizia degli antichi costruttori.
Come si può notare dalle immagini, il lato anteriore destro della costruzione presenta un visibile ispessimento del lastrone proprio in corrispondenza della grande nicchia interna. Questo denota che, già nella fase dell'estrazione del lastrone, era stato calcolato anche lo spessore necessario per poter successivamente scavare le due nicchie, in particolare quella più grande posta all’interno.
Come si può ancora notare dalle immagini, il dolmen Sa Coveccada domina una vasta area piuttosto aperta ed è tuttora ben visibile da lontano. Questa è sicuramente una scelta culturale che pone la tomba, dove probabilmente erano sepolti gli antenati e le persone più illustri del villaggio, al centro dell'attenzione della popolazione. Ben diversa era la situazione della maggior parte delle domus de janas che spesso rimanevano quasi nascoste alla base delle rocce.
Chiudo con una nota sull'orientamento della tomba.
Considerato il suo posizionamento nel terreno, essa poteva essere orientata liberamente in qualsiasi direzione. Tuttavia gli antichi costruttori hanno deliberatamente scelto di dirigerla verso est sud-est, verso sole nascente.

(23 aprile 2010)

(Ultima revisione: 23/01/2021)



Il dolemen Sa Coveccada si erge isolato, ben visibile da lontano, domina una vasta area

Visione frontale. Si nota chiaramente l'ispessimento del lastrone del lato destro in corrispondenza delle due nicchie esterna ed interna

Il poderoso lastrone destro, pressoché integro

Interno della tomba, a destra la nicchia votiva.
Al centro del pavimento la buca irregolare di cui si è detto nel testo

Il poderoso lastrone sinistro, anch'esso pressoché integro

Al contrario di quella interna, la nicchia emisferica esterna non sembra adatta ad accogliere oggetti. Che avesse una funzione simbolica?

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