Linum catharticum subsp. catharticum - Lino catartico - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Linum catharticum subsp. catharticum - Lino catartico

Lino catartico
     E' una specie erbacea annuale o perennante, Terofita (o Emicriptofita) scaposa, appartenente alla famiglia delle Linaceae.
Le piante sono proviste di un apparato radicale poco ramificato ma dotato di lunghe radichette capillari. Le radici si originano da un fusto sotterraneo eretto o ascendente, lungo fino ad alcuni centimetri, che scorre in prossimità della superfice. Questo fusto è di colore verdognolo mentre le radici sono bianchicce per cui possono essere facilmente distinte.
Lungo il fusto sotterraneo, o presso il colletto, la pianta mette vari fusti aerei (ne abbiamo contato fino a dodici) che inizialmente possono essere ascendenti ma poi diventano perfettamente eretti. In condizioni ottimali, le piante tendono ad assumere un aspetto cespitoso con numerosi fusti eretti, paralleli e ravvicinati tra loro. Presso la base delle piante, frammisti ai giovani fusti, ci possono essere anche i resti di quelli del ciclo vegetativo precedente, generalmente sono ormai secchi ma, talvolta, per un breve tratto sono ancora in stato vegetativo. I fusti sono di colore verde chiaro, glabri, a sezione cilindrica e hanno un diametro di circa mezzo millimetro.
Le foglie sono opposte e, solo in qualche raro caso, alcune sono alterne. Hanno la caratteristica di essere sempre rivolte verso l'alto formando uno stretto angolo con il fusto. Sono distribuite lungo i fusti con internodi lunghi alcune volte la loro misura. Tuttavia, considerando in numerosi steli, le piante appaiono, nel complesso, moderatamente fogliose. Sono rette da un brevissimo picciolo e hanno una forma ovata allungata e i due margini, almeno per un tratto, appaiono pressoché paralleli. L'apice è ottuso o sub-acuto e il lembo è glabro e percorso dalla sola nervatura centrale. Il colore è verde chiaro e il margine è intero. Sono larghe fino a tre-quattro millimetri e lunghe fino a dieci-dodici millimetri. Le foglie inferiori, alla fioritura sono già cadute o sono secche e ingiallite.
Allo stato naturale, generalmente i fusti non sono ramificati. Invece, quando sono brucati dagli animali, ognuno di essi emette vari fusti con altezza e caratteristiche simili a quelli integri.
Le infiorescenze si formano alla sommità di tutti gli steli e si originano all'ascella di una coppia di foglie. Sono lasse ma ampiamente ramificate a dicasio o, più spesso, a tricasio.
I fiori sono retti da pedicelli filiformi lunghi da quattro-cinque a venti-venticinque millimetri. Le brattee fiorali sono simili alle foglie ma più strette e ad apice acuto.   
Il calice è formato da cinque sepali lanceolati ad apice acuto. La carena è erbacea ed è circondata da un margine scarioso, ampio ed evidente soprattutto nella sua metà inferiore. I sepali sono percorsi da un unico nervo, ben marcato e carenato nella parte basale.
I petali sono anch'essi cinque, hanno una forma spatolata con la base ristretta in un'unghia e l'apice ottuso. Il colore principale è bianco candido, mentre l'unghia e il terzo inferiore sono di colore giallo vivo. Sono, inoltre, venati da cinque linee longitudinali decolorate.   
All'interno della corolla si possono osservare, ben evidenti, le cinque antere, tendenzialmente disposte in maniera ordinata secondo i vertici di un pentagono e i cinque stimmi raggruppati al centro. Antere e stimmi sono di colore giallo vivo mentre le parti inferiori degli organi di riproduzione (filamenti, stili e pistillo) sono di un verde giallognolo tenue.
(I fiori sono chiaramente pentameri, tuttavia si è preferito rimarcare il numero delle parti che lo compongono).
Nel sito esaminato, la fioritura ricade nei mesi di giugno e luglio.
Il frutto è una capsula sub-globosa con l'apice conico. Al suo interno è formata da cinque carpelli ognuno dei quali contiene due semi. Si apre completamente a maturità facendo cadere i semi.
I semi hanno una forma vagamente ellittica, con due facce, una piana e una convessa. La superfice è lucida e finemente increspata a buccia d'arancia, il colore è un giallo-dorato. Misurano circa mm 0,8x1,2.
Linum catharticum subsp. catharticum (Lino catartico) è diffuso in tutte le regioni italiane con l'esclusione della Val d'Aosta e della Sicilia. E' presente anche in Sardegna, dove vegeta in ambienti montani fresco-umidi, ma è piuttosto raro.
La descrizione e le immagini allegate sono riferite a un'unica popolazione presente nelle montagne della Sardegna centro-orientale a circa mille metri di altitudine.

Nota di Botanica sistematica
Seguendo Pignatti (2017)1), in Italia sono presenti due sottospecie di Linum catharticum. Linum catharticum subsp. suecicum, specie perenne e tipicamente alpina (tuttavia presente anche nelle montagne dell'Abbruzzo) e Linum catharticum subsp. catharticum che, invece, è annuale e a fenologia mediterranea e submediterranea, vegeta alla base delle Alpi e sugli Appennini.
Nelle aree di contatto tra le due sottospecie sono, inoltre, presenti delle forme intermedie.
Per la vicina isola di Corsica, Jeanmond & Gamisans (2013)2) segnalano solo Linum catharticum subsp. catharticum. Tuttavia, classificano la pianta come annuale (Terofita) e perenne (Emicriptofita), presumibilmente a ciclo breve.
La situazione descritta per la Corsica denota una certa affinità con le piante presenti in Sardegna, dovuta, forse, alla vicinanza geografica. Effettivamente, le piante sarde non sembrano essere semplicemente annuali, infatti mostrano chiaramente i segni di un ciclo vegetativo precedente a quello in atto. Tuttavia, sono necessarie ulteriori e approfondite osservazioni.
Resta da aggiungere che la segnalazione Linum catharticum subsp. catharticum in Sardegna è piuttosto recente, cfr. Bartolucci et al. (2019)3).

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1) Pignatti S. (2017) Flora d’Italia, 2, seconda edizione. Edagricole, Milano: 426
2) Jeanmonod D. & Gamisans J., (2013) Flora Corsica 2.ème édition, SBCO: 441
3) Bartolucci F, Domina G, Ardenghi NMG, Bacaro G, Bacchetta G, Ballarin F, Banfi E, Barberis G, Beccarisi L, Bernardo L, Bonari G, Bonini F, Brullo S, Buono S, Buono V, Calbi M, Caldararo F, Calvia G, Cancellieri L, Cannavò S, Dagnino D, Esposito A, Fascetti S, Filibeck G, Fiorini G, Forte L, Galasso G, Gestri G, Gigante D, Gottschlich G, Gubellini L, Hofmann N, Lastrucci L, Lonati M, Lorenz R, Lunardi L, Magrini S, Mainetti A, Maiorca G, Mereu G, Messa Ballarin RT, Minuto L, Mossini S, Musarella CM, Nimis PL, Passalacqua NG, Peccenini S, Petriglia B, Podda L, Potenza G, Ravetto Enri S, Roma-Marzio F, Rosati L, Ruggero A, Spampinato G, Stinca A, Tiburtini M, Tietto C, Tomaselli V, Turcato C, Viciani D, Wagensommer RP, Nepi C (2019) Notulae to the Italian native vascular flora: 8. Italian Botanist 8: 95-116. https://doi.org/10.3897/italianbotanist.8.48626.
(23 dicembre 2019)
(Ultima revisione: 19/06/2023)




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