Pyrus x velenovskyi - Ibrido tra Perastro e Pero comune - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Pyrus x velenovskyi - Ibrido tra Perastro e Pero comune

Ibrido tra Perastro e Pero comune
     Il Perastro (Pyrus spinosa o Pyrus amygdaliformis) e il Pero comune (Pyrus communis e Pyrus pyraster) in cui nell'attuale classificazione sono accomunate le varietà selvatiche a quelle coltivate, sono due specie legnose perenni che appartengono alla famiglia delle Rosaceae. Possono avere una forma arbustiva ma anche di alberello o albero di medie dimensioni. La crescita è lenta ma entrambe le specie sono molto longeve e il Pero comune, che generalmente ha uno sviluppo maggiore, può raggiungere i dieci metri di altezza. Per il sistema Raunkiær, con riferimento al portamento arbustivo o arboreo, possono essere classificate come Fanerofite cespugliose o Fanerofite arboree.
    Il Perastro (Pyrus spinosa o Pyrus amygdaliformis) si distingue per i rami rigidi, irti di lunghe e robuste spine, le foglie brevemente picciolate, a lamina allungata, tomentose nella pagina inferiore. I frutti sono tondeggianti e di piccole dimensioni, (venti-trenta millimetri di diametro) e la consistenza è quasi legnosa, non sono eduli sulla pianta e, spesso, neanche in seguito all'ammezzimento.
   Il Pero comune (Pyrus communis e Pyrus pyraster) è caratterizzato da rami più flessibili e fogliosi, le foglie sono lungamente picciolate, glabre in entrambe le pagine, spesso lucide su quella superiore, la lamina varia da ovata a sub-rotonda. I frutti sono di forma variabile e possono essere anche di piccole dimensioni (venti-trenta millimetri di diametro) ma generalmente sono di grossa pezzatura, talora anche notevole. Normalmente raggiungono la maturazione sulla pianta, ove alcune varietà possono manifestare uno spontaneo ammezzimento.
Entrambe le specie sono caratterizzate da una spettacolare fioritura che può ricoprire l'intera pianta. I fiori sono pedicellati e raccolti in corimbi. I petali hanno forma obovata e sono di colore bianco.
Resta da aggiungere che il Pero comune (Pyrus communis), quello coltivato, è normalmente innestato sul Perastro (Pyrus spinosa o Pyrus amygdaliformis) per le sue caratteristiche di robustezza, rusticità e longevità. Esiste in numerosissime varietà, molte a diffusione locale che appartengono ai cosiddetti frutti antichi che, anche se in ritardo, si sta cercando di salvaguardare.
Le due specie vegetano negli stessi ambienti e, occasionalmente, possono produrre un ibrido: Pyrus x velenovskyi (= Pyrus spinosa x Pyrus communis).
    L'ibrido tra Perastro e Pero comune (Pyrus x velenovskyi) non è molto comune, alcuni rari esemplari possono essere rinvenuti sporadicamente tra le popolazioni di Perastro (Pyrus spinosa). Per ovvi motivi è piuttosto improbabile ritrovarlo tra le piante coltivate di Pero comune (Pyrus communis).
La descrizione che segue e le immagini allegate si riferiscono a quattro esemplari rinvenuti a circa cinquanta metri di altitudine nella Sardegna centro-orientale, tre dei quali nella medesima località. Sono stati individuati anche altri esemplari, purtroppo non documentati, uno dei quali a circa mille metri di altitudine con i frutti eduli già sulla pianta.
L'ibrido tra Perastro e Pero comune (Pyrus x velenovskyi) mostra naturalmente caratteri intermedi tra i due progenitori. Le spine sono assenti o rare e di piccole dimensioni. Le foglie sono ampiamente picciolate, la lamina ha dimensioni maggiori e la forma meno allungata rispetto a Pyrus spinosa, nei confronti del quale è anche più foglioso. I rami sono lisci, tendenzialmente eretti e moderatamente flessibili. Il portamento delle piante ricorda, in qualche modo, le forme inselvatichite di Pyrus communis che in passato erano classificate separatamente come Pyrus pyraster.
La fruttificazione rappresenta la caratteristica più appariscente. E’ utile anche per suddividere idealmente la grande variabilità delle piante in un tipo A più simile a Pyrus spinosa e un tipo B più prossimo a Pyrus communis.
Il tipo A ha frutti subsferici mediamente di 3,5 cm di diametro che perdurano più lungamente sulla pianta e si prestano bene all'antica pratica contadina dell'ammezzimento. E' sufficiente raccoglierli quando assumono un colorito che gli fa apparire maturi, anche se, in realtà, a questo stadio sono immangiabili. Si conserveranno in ambiente caldo e asciutto e, gradatamente (possono occorrere anche un paio di mesi) avviene la trasformazione. Invece di marcire, come avverrebbe con la maggior parte delle varietà di Pero comune, i frutti assumono sia esternamente sia internamente una colorazione marroncina, contemporaneamente la polpa diviene tenera, cremosa e dolce. Si può dire che la natura pensi proprio a tutto perché la buccia rimane abbastanza consistente, quanto basta per proteggere la tenera polpa interna. (Vedasi l'immagine allegata in calce alla pagina).
La pratica dell'ammezzimento, che si presta a essere fatta anche con altri frutti che non maturano spontaneamente sull’albero, è ormai sostanzialmente abbandonata. Capitando l'occasione vale la pena di riprovarla. Questa riscoperta sarà un piccolo tributo culturale alle antiche civiltà contadine, compensato da gustosi e teneri frutti dal sapore antico.
Il tipo B ha ugualmente frutti subsferici ma più grandi, mediamente di 4,5 cm, che maturano rapidamente sull'albero e sono soggetti a una cascola precoce. Talora sono eduli, altre volte troppo allappanti. Non si prestano bene alla pratica dell'ammezzimento che, talvolta, inizia già sull'albero. (Anche per questo caso vedasi l'immagine allegata in calce alla pagina).
 
Nota di Botanica Sistematica.
E' giusto segnalare che l'epiteto della specie “velenovskyi” rappresenta un tributo all'illustre botanico ceco Josef Velenovský (1858-1949).
Il segno "x" interposto tra il nome del genere e l'epiteto della specie (es. Pyrus x velenovskyi) è una convenzione per indicare che si tratta di un ibrido.

(16 dicembre 2015)





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