Petroselinum crispum - Prezzemolo comune selvatico - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Petroselinum crispum - Prezzemolo comune selvatico

Prezzemolo comune selvatico
    E' una pianta erbacea a ciclo biennale (o anche triennale), Emicriptofita bienne, appartenente alla famiglia delle Apiaceae o Umbelliferae.
La parte sotterranea è costituita da una radice a fittone biancastra tipicamente grinzosa. Da essa si sviluppa una pseudo-rosetta di foglie lungamente picciolate imparipennate ma, spesso, semplicemente ternate. I segmenti sono divisi in maniera assai variabile ma tendenzialmente trilobati e, infine, ulteriormente dentato-lobati. Le foglie cauline sono di minori dimensioni e contratte in tutte le loro parti.
Il fusto è finemente rigato e ampiamente ramificato già dalla parte inferiore. I rami sono numerosi ma brevi e tendono a conferire alla pianta un aspetto colonnare. Ogni ramificazione termina con un'ombrella fiorifera composta. Anche il fusto principale termina con un'ombrella che è, generalmente, di maggiori dimensioni rispetto a quelle delle ramificazioni.
L'intera pianta e glabra e di un colore verde luminoso ma non lucido ed è caratterizzata dal tipico e noto aroma molto intenso. Queste caratteristiche sono utili per distinguerla dal genere Daucus con il quale può essere confuso nel periodo precedente la fioritura.
Le ombrelle sono composte da dieci-venti piccole ombrelle (ombrellule) rette da raggi diseguali in maniera da far apparire piana la superficie dell'infiorescenza. Ogni ombrellula porta dieci-venti fiori retti da un breve peduncolo.
I fiori sono pentameri con i minuscoli petali di colore giallognolo.
La fioritura ricade principalmente nel mese di maggio.
I frutti sono diacheni ellittici costoluti lunghi circa quattro millimetri.
L’altezza media (stimata) delle piante e di circa quaranta centimetri.
Petroselinum crispum (Prezzemolo comune) è una specie originaria dell'area mediterranea. E’ diffusamente coltivato e, in varie regioni italiane, si può trovare inselvatichito in prossimità delle aree di coltivazione. La sua presenza allo stato selvatico in Sardegna era già stata segnalata da J.H. Moris (Stirpium sardoarum elenchus, 1827) e confermata, in seguito, da successivi ritrovamenti.
Tuttavia, questa descrizione e le immagini allegate si riferiscono a un caso abbastanza particolare individuato da alcuni anni (dicembre 2018) nella Sardegna orientale e già precedentemente segnalato e documentato. (cfr. atlantides.it/ptychotis-sardoa---prezzemolo-di-sardegna.html)
Si tratta di una piccola popolazione abbarbicata su uno sperone roccioso e perfettamente adattata all'ambiente rupicolo. L'ambiente e il comportamento sono analoghi a Ptychotis sardoa, il prezzemolo endemico della Sardegna. Sono caratteristiche assai lontane da quelle abitualmente attribuite al Prezzemolo comune. Non si può pensare che siano semplicemente piante sfuggite alla coltivazione.  E' assai più probabile che si tratti, quanto meno, di un archeofita che prospera su queste rocce avendo qui trovato il suo ambiente ideale.
Può essere interessante osservare come il nome del genere sia stato ripreso dal latino pĕtrŏsĕlīnum che, a sua volta, deriva dal greco classico petroselìnon (πετροσἑλῑνον). Entrambi i termini hanno il significato di "prezzemolo" e presentano il prefisso "petro" che si può tradurre con "pietra", "roccia" e simili. Appare evidente che nell'antichità il prezzemolo era considerato una specie rupicola. (Non si può escludere che i due termini classici fossero riferiti ad altre piante ma, per la sua notorietà come erba officinale, è più probabile che indicassero proprio il Prezzemolo comune).
Considerate le difficoltà di osservazione delle piante che crescono sulla roccia e la scarsa vitalità di quelle che nascono alla sua base (soggette anche ad essere brucate dagli animali), si è pensato di fare una prova controllata di semina e coltivazione. Naturalmente è stata scelta una collocazione che, almeno come substrato, richiamasse l'ambiente originario.
Sono sopravvissute tre piante che hanno prodotto un rigoglioso ciuffo di foglie basali e sono rimaste in questo stadio per due anni. Solo al terzo anno si sono sviluppate in altezza (circa un metro) e hanno prodotto un'abbondante fioritura con regolare fruttificazione. Successivamente alla maturazione dei frutti, le piante si sono seccate. In seguito non è stato effettuato alcun tipo di intervento e, durante la stagione autunnale/invernale seguente, sono nate spontaneamente tre nuove piantine presso la base dei vecchi fusti, similmente a ciò che avviene allo stato selvatico.
Da questa prima prova (certamente non esaustiva) si può dedurre che Petroselinum crispum (Prezzemolo comune) tende a seguire un ciclo biennale nelle piante coltivate e un ciclo triennale in quelle selvatiche. Inoltre, si può anche ipotizzare una differenza genetica tra le due varietà.
(21 maggio 2023)




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